Quando cucire diventa una terapia

da 27 Giu 2024Blog

di Katty Raquel García Hernández Ceppi

In Nicaragua, ogni anno vengono diagnosticati circa 600 cancri al seno e 1’460 cancri al collo dell’utero; quasi 900 donne muoiono di queste malattie ogni anno.  

Una diagnosi di cancro è vista come un simbolo di morte a breve termine e, nonostante gli sforzi del Ministero della Salute, la notizia genera paura e panico nelle pazienti che devono lasciare le loro case per iniziare un trattamento oncologico nella capitale. 

Nel 2022 è nato il progetto Love for Solidarity, che consiste nella creazione di una scuola-laboratorio di cucito e artigianato. AMCA e l’ONG nicaraguense Movicancer hanno unito le forze con la direzione dell’ospedale Bertha Calderón e il Ministero della Salute per creare questo progetto con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle pazienti oncologiche.  Questo spazio offre alle pazienti un’attività per superare le sfide della malattia recuperando l’autostima, che è la base fondamentale dell’essere umano, inoltre mette a disposizione nuove capacità che in futuro permetteranno loro di guadagnarsi da vivere in modo indipendente.  

L’ospedale Berta Calderón dispone di una residenza che ospita 65 pazienti oncologiche, che risiedono lì per settimane o mesi mentre ricevono il loro trattamento. Queste pazienti provengono da zone rurali molto remote e sono da sole: l’ospedale diventa la loro seconda famiglia. Le condizioni della residenza si sono deteriorate nel corso degli anni, per questo AMCA e Movicancer, in collaborazione con la direzione e la squadra di manutenzione dell’ospedale Bertha Calderón, hanno ristrutturato un’area di 249 m² che comprende l’ufficio di assistenza sociale e psicologica, un ripostiglio e una stanza con bagno per 3 pazienti, e un laboratorio di cucito per le pazienti oncologiche che devono passare del tempo nella residenza.  

Nell’ambito del progetto di formazione, ci sono guerriere che lavorano tra fili ed aghi per cucire nuove storie, iniziando corsi di cucito di base per elaborare articoli di tessuto, attraverso una metodologia attiva-partecipativa-personalizzata che tiene conto delle caratteristiche e del trattamento di ogni paziente. L’esperienza e la disponibilità della maestra Yanina Pérez Ríos, responsabile della atelier, garantisce che nessuna donna venga discriminata.  

Nel primo anno di attività, delle 52 pazienti che si sono iscritte al corso, 16 non hanno proseguito la formazione a causa degli effetti collaterali della chemioterapia, della radioterapia, della brachiterapia e degli interventi chirurgici, e alcune di loro sono morte. La lotta è continuata per 36 pazienti che hanno riacquistato fiducia e sicurezza, e sono riuscite con i loro sforzi e la loro dedizione a rimanere attive e perseveranti responsabili sia nei trattamenti che nei corsi di cucito; hanno imparato o stanno imparando a cucire malgrado la malattia.  

Le attività si sono svolte con naturalità, le pazienti socializzano in un ambiente ameno, ridono, cantano e allo stesso tempo imparano a cucire, contribuendo così in modo naturale ad abbassare i livelli di ansia, disperazione e incertezza; aumentano così la loro autostima e voglia di vivere aderendo alle diverse terapie prescritte. Al momento di partire, nessuno vuole andarsene, ciò che conferma che si divertono molto nel laboratorio di cucito e artigianato. 

Tutte le pazienti realizzano oggetti ben rifiniti, tra cui: portafogli, porta “tortilla”, borse per cellulari, cuscini, porta piatti, astucci, borse per cosmetici, borse da viaggio e da spiaggia, oltre a protesi mammarie che vengono fornite gratuitamente alle pazienti che hanno subito una mastectomia.  

Le pazienti ricevono un compenso per il loro lavoro, che contribuisce a coprire alcune delle spese personali durante la loro permanenza nella residenza e a pagare il loro trasporto una volta dimesse. 

Dove si dirige questo progetto nel 2024? 

Una donna malata di cancro trasforma la sua paura e il suo trauma in coraggio e audacia se le si dà una possibilità e gli strumenti giusti per andare avanti di fronte a una malattia che non ha status sociale né discriminazioni.   

Maribel Zuniga Wetel, 46 anni, originaria di Puerto Cabeza, sta combattendo contro un cancro al seno e un tumore al cervello, ha deciso di realizzare il suo sogno di avere un’istruzione che le piaccia e le permetta di lavorare. Oggi è una donna riconosciuta che potrà ricevere il sostegno di altri settori della società e dello Stato, ad esempio richiedere finanziamenti attraverso la microfinanza, utilizzare la sua certificazione di cucito e la sua macchina da cucire, iniziare a creare la propria attività da casa sua e man mano che le sue iniziative crescano potrà partecipare alle attività delle microimprese del paese. 

Il progetto ha quindi una dimensione che va oltre la terapia occupazionale: donne rafforzate nella loro autostima con le nuove conoscenze acquisite nel laboratorio, consapevoli che il loro giorno di lezione è l’occasione che hanno per coltivare sé stesse come donne, scoprendo di essere brave a cucire, recuperando la fiducia perché nonostante le loro condizioni di salute stanno imparando e lavorando con qualità, risvegliando in loro l’illusione dell’alba di ogni giorno per imparare cose nuove e migliorare l’aderenza terapeutica per superare il cancro.  

Questo progetto di speranza è senza dubbio un ulteriore ponte di fratellanza e di accompagnamento solidale con cui AMCA si identifica da 39 anni, sostenendo la lotta dei bambini e delle donne più vulnerabili affetti da cancro in Nicaragua.  

Nel 2024, il numero di pazienti guerriere aumenterà a causa della forte domanda e con essa la necessità di un maggiore aiuto nel progetto. AMCA apre le porte e invita i volontari in Svizzera che operano nel campo medico, della psicologia e del lavoro sociale a scambiare conoscenze e cultura in questo bellissimo progetto per le donne che lottano contro il cancro.  

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