Signor Cassis, agisca subito per un cessate il fuoco immediato e duraturo a Gaza!
Egregio Signor Cassis
noi, organizzazioni umanitarie, di sviluppo e per i diritti umani in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati, rivolgiamo un appello urgente al governo svizzero per un cessate il fuoco. Questa è l’unica opzione per porre fine alle violazioni del diritto umanitario internazionale, risparmiare le vite dei civili e garantire la consegna degli aiuti umanitari.
A Gaza, i beni di prima necessità per la sopravvivenza sono ormai inesistenti. Il sistema sanitario è al collasso: nei sovraffollati ospedali il personale medico calpesta i pazienti che giacciono a terra ed esegue interventi chirurgici senza anestesia. Mangiare una volta al giorno e bere acqua salmastra è diventata la routine quotidiana della popolazione. Quasi due milioni di civili sono stati sfollati e costretti a fuggire dai bombardamenti. Molte famiglie sono costrette a dormire per strada, in auto o in rifugi sovraffollati. Presto le epidemie potrebbero fare più vittime dei bombardamenti.
Avevamo avvertito che l’assedio totale imposto dal governo israeliano dal 9 ottobre avrebbe avuto conseguenze disastrose. Un disastro interamente causato dall’uomo si sta svolgendo sotto gli occhi di tutto il mondo.
Il diritto internazionale umanitario è chiaro: anche le guerre hanno delle regole. E queste regole vengono impunemente violate a Gaza. Quanti altri civili dovranno morire prima che la Svizzera chieda un cessate il fuoco? Non accettiamo che queste morti e queste distruzioni massicce vengano considerate come semplici danni collaterali.
Nessun luogo a Gaza è sicuro: le cosiddette “zone di sicurezza” sono sotto costante attacco. La pausa di sette giorni non è stata sufficiente per consentire alle organizzazioni umanitarie di rispondere ai colossali bisogni dei civili. Ha inoltre sottolineato la necessità di una cessazione delle ostilità per consentire il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi.
Non possiamo consegnare gli aiuti umanitari sotto le bombe. Chiediamo che tutti i punti di passaggio, compresi Kerem Shalom ed Erez, siano aperti all’ingresso degli aiuti.
Un cessate il fuoco non è solo essenziale per risparmiare le vite dei civili: è il primo passo verso la ripresa di un dialogo per la pace. Il nuovo ciclo di violenza estrema, innescato dagli attacchi omicidi di Hamas e dei suoi alleati, non lascia dubbi sul fatto che la comunità internazionale non possa più trascurare gli sforzi per giungere a una soluzione giusta e duratura per palestinesi e israeliani.
La Svizzera, in quanto depositaria delle Convenzioni di Ginevra, deve difendere inequivocabilmente il diritto internazionale umanitario. Gli interessi politici delle parti in conflitto non possono sostituirsi alla protezione di 2,2 milioni di civili. La Svizzera deve imparare che una tregua di sette giorni non è assolutamente sufficiente per fornire una risposta umanitaria che soddisfi i bisogni di Gaza. Signor Cassis, le chiediamo con urgenza di impegnarsi con fermezza a rispettare il diritto umanitario internazionale, obbligando le parti in conflitto ad attuare un cessate il fuoco immediato.
Firmato da
Associazione per l’Aiuto Medico Centro America – Dr. Francesco Ceppi, Presidente
Fondazione Terre des Hommes – Barbara Hintermann, Direttore esecutivo
Frieda – Die feministische Friedensorganisation – Direttore Andrea Nagel
Handicap International Suisse – Daniel Suda-Lang, direttore di Handicap International Suisse, e Christophe Wilhelm, presidente di Handicap International Suisse
Gerechtigkeit und Frieden in Palästina (Giustizia e pace in Palestina) – Margrit Dutt, Presidente
Médecins du Monde – Morgane Rousseau, direttore
medico international schweiz – Maja Hess, Presidente
Ina autra senda Amici svizzeri dei combattenti per la pace – Collettivo